Famiglia dove sei???

Famiglia dove sei???
Quando non divulghi le colpe dei fratelli, quando perdoni senza indagare nel passato, quando non condanni, ma intercedi nell'intimo, il silenzio è misericordia.

giovedì 20 ottobre 2011

PREGARE NELLO SPIRITO




“Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome,
egli vi insegnerà ogni cosa e ricorderà tutto ciò che vi ho detto”.
(Gv 14,26)
Carissimi fratelli e sorelle,
il Cardinal Suenens disse: “Io credo nelle sorprese dello Spirito Santo”. Viene
lo Spirito santo! Più che parlare dello Spirito santo, sarebbe meglio desiderarlo,
attenderlo in preghiera anelante, invocarlo e lasciarsi penetrare, rianimare e
condurre da Lui.
Viene lo Spirito Santo, e ci insegna a pregare! La preghiera cristiana è una
preghiera fatta nello Spirito. Non si tratta di una formula obbligante, né essa è
lettera, parole, suoni, canti. È Spirito.
Pregare nello Spirito è pregare con tutta la fiducia, come figli, come i bambini
piccoli; è imparare giorno per giorno a “parlare da amici”, come diceva Santa Teresa,
o fare l’esperienza di gratuità di cui scrive il teologo peruviano Gustavo Gutierrez,
poiché come dice l’apostolo Paolo: “E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per
ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale
gridiamo: «Abbà, Padre!»” (Rm 8,15).
Pregare nello Spirito è cercare i frutti dello Spirito, che sono: amore, gioia,
pace, pazienza, affabilità, bontà, fedeltà, mansuetudine, temperanza. (cf. Gal 5,22).
Soprattutto, però, dobbiamo riconoscere che abbiamo bisogno dello Spirito
per pregare, giacché non sappiamo nemmeno cosa domandare: “Allo stesso modo
anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza …. intercede con insistenza per noi con
gemiti inesprimibili.” (cf. Rm 8, 26).
Lo Spirito Santo è l’unico che può insegnarci a pregare, l’unico che può
riempirci di pace, amore, gioia e speranza.
Ignazio, il Patriarca Greco‐Ortodosso di Antiochia, esprime questa potente
verità con queste parole: “Lo Spirito Santo è la novità che agisce nel nostro mondo. Senza
di Lui Dio resta lontano; Cristo è cosa del passato; il Vangelo è lettera morta; la Chiesa una
semplice organizzazione umana; l’autorità diventa tirannia; la missione propaganda; il culto
un semplice ricordo; la prassi cristiana una morale da schiavi”.
Per questa e per molte altre ragioni dobbiamo imparare giorno per giorno a
pregare veramente nello Spirito, il Padre, per Gesù Cristo.
A proposito della preghiera, desideriamo ricordare, carissimi fratelli e sorelle,
che la dimensione contemplativa o lo spirito dell’orazione sono sempre stati una
parte essenziale del nostro carisma dalle origini ai nostri giorni.
Le Costituzioni dell’Ordine sono uno splendido commentario e meditazione
della nostra Regola di vita, e ci offrono delle parole chiare e moderne per esprimere
la nostra identità:
La vitalità della nostra vita fraterna e della nostra
testimonianza apostolica dipende tutta dal nostro impegno di
progredire nella preghiera. Ogni frate e ogni fraternità è
responsabile di questa vitalità e di tale testimonianza.
Lʹerezione di un eremo, o luogo di ritiro, in ogni provincia offre
una più chiara testimonianza della necessità di integrare nella
nostra vita la dimensione contemplativa e quella attiva. Offre
inoltre la possibilità di riscoprire la tradizione eremitica nella
nostra vocazione francescana.
Ci deve essere un sano equilibrio tra il lavoro e la
contemplazione, tra il lavoro e la ricreazione, tra i ritmi del
lavoro e i momenti di vita fraterna. Ognuno per ciò abbia a
disposizione il tempo sufficiente per la preghiera, per
partecipare agli atti comuni, per la formazione permanente e
per il riposo. Con tale equilibrio e con lʹuso appropriato dei
nostri carismi personali, il lavoro può incrementare
efficacemente la nostra crescita individuale e fraterna.
I teologi e i filosofi ci avvertono che ancora oggi perdura nella Chiesa e nella
vita consacrata una crisi della contemplazione.
Nel fondo si apprezza l’abbandonarsi ad un’attitudine di orazione esplicita al
Padre, cioè vivida nell’adorazione, nell’azione di grazie, nella richiesta confidente e
concreta al Padre dei Cieli. Oggi, a causa dell’umore culturale dei nostri tempi, del
nuovo orientamento della fede e della nuova forma di vita che ci ha imposto la
società dei consumi, tendiamo a dar valore solo a quanto è comprovato
dall’esperienza, ciò che è tangibile e concreto, controllabile ed efficace, quelle realtà
che producono una immediata utilità. Per questa via è entrata in crisi la preghiera
nel suo significato più stretto: come incontro con Dio nella solitudine e nel silenzio,
la preghiera nel segreto attraverso la quale vediamo il Padre, e che può essere
considerata poco utile o una perdita di tempo.
Crediamo che delle cause che spiegano questo fenomeno sia la perdita della
capacità di fare silenzio. Abbiamo bisogno di recuperare lo spazio del silenzio, sia
psicologico che fisico, se vogliamo aprirci all’esperienza di Dio. Se vogliamo che
germogli in noi la dimensione contemplativa, lo stupore e l’ammirazione dobbiamo
recuperare la dimensione della profondità alla quale solo il silenzio può condurci.
Il silenzio ci pone in contatto con noi stessi, con la vita che è la nostra realtà
primaria, il primo mistero, il primo accesso all’esperienza di Dio e con le domande
fondamentali per l’esistenza.
Gli uomini e le donne di oggi, sommersi dal maremoto sonoro del rumore che
occupa tutti gi spazi disponibili, soffocati da tanto parlare, storditi dai venti
mediatici, spesso non sanno più da dove vengono e dove vanno e finiscono per
sentirsi persi e alienati. Quando succede questo, è chiaro che hanno dimenticato la
propria vera natura di figli e figlie di Dio e il cammino che conduce alla coscienza e
al giardino interiore del proprio cuore.
Il filosofo Pascal, era convinto che i mali dell’umanità sparirebbero se le
persone fossero capaci di restare ogni giorno un quarto d’ora in silenzio nella
propria abitazione. Kierkegaard concorda nel segnalare: “Se io fossi un medico e mi
chiedessero cosa raccomenderei, risponderei di imporsi il silenzio, di fare silenzio”.
Attenzione, dunque, all’attivismo, al “fare per il fare”, al valorizzare le
persone per quello che hanno e non per quello che sono veramente. Appare evidente
che l’assenza di una vita equilibrata può propiziare una superficialità nel nostro
lavoro e nelle nostre relazioni e un tipo di attivismo evasivo.
Procuriamo di recuperare, allora, l’armonia e l’equilibrio all’interno della
nostra vita nella preghiera, nella vita fraterna, nel lavoro o nella missione,
nell’esercizio e nello svago. Come francescani, possiamo contare su un grande aiuto
per armonizzare felicemente questi tre valori nella ricchezza della nostra tradizione
spirituale e del nostro carisma. Francesco d’Assisi radicava la sua vita apostolica in
una preghiera continua e la sua vita di fraternità costituì un’espressione privilegiata
della sua predicazione evangelica.
La preghiera è un’esperienza di fede e un incontro personale con il Signore. Io
credo in Te, Gesù di Nazareth! La struttura della fede richiede, allora, dialogo,
presenza e intimità. Questo tipo di fede ci spinge a coinvolgerci non con un progetto
quanto con una persona, il Signore della Vita, che vive e ha un progetto per noi.
Inoltre, la preghiera affonda le sue radici nella struttura di base del nostro
stesso essere e ravviva la dimensione essenziale della nostra natura umana che non
vive solo di pane e materialità, ma anche della bellezza, della verità, della musica,
della poesia, dell’arte, della mistica e della preghiera stessa. Per questo possiamo
unire le nostre voci a quella del salmista: “Di Te ha sete l’anima mia, a Te anela la mia
carne, come terra deserta, arida, senz’acqua.” (cf. Sl 62,2) e all’intuizione personale di S.
Agostino: “Ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa
in Te”.
Siamo creature limitate, certo, ma abbiamo un desiderio illimitato, un
orizzonte infinito che niente e nessuno può saziare, se non Dio stesso.
Dio, direbbe ancora S. Agostino, non esiste perché lo strumentalizziamo ma
perché ne possiamo godere. Per questo la domanda apparentemente sensata e
pragmatica – a che serve pregare? – è fondamentalmente una domanda stupida. È
come chiedere a cosa serva una sinfonia di Mozart o la contemplazione di un quadro
di Velasquez o un fiore o il sorriso di un bimbo o lo spazio verde in una città …
Vieni, allora, Spirito Santo, e insegnaci che l’esperienza fondante
della nostra vita religiosa è l’esperienza di Dio. Ricordaci che la
malattia più frequente che ci minaccia è la anemia spirituale. Permetti
che ci accorgiamo che ci manca qualità e perseveranza nella
preghiera per non cadere nell’aurea mediocrità di una vita facile e
comoda.
Entra nel fondo della nostra anima. Guarda il vuoto dell’uomo se Tu
manchi nella sua vita. Osserva il potere del peccato quando Tu non
mandi il tuo soffio.
Vieni Signore che dai la vita! Insegnaci a credere, insegnaci ad
amare!

martedì 18 ottobre 2011

Pregare nello Spirito -






Dobbiamo capire perché dobbiamo pregare. La preghiera è amicizia con lo Spirito del Signore. La preghiera permette allo Spirito Santo di fare il Suo lavoro attraverso te. Pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica (Efesini 6,18-20). Questo è il comando di Dio. Lui chiede che ogni credente diventi un veicolo di preghiera. Dobbiamo capire cosa significa pregare “nello” spirito e “con” lo spirito, perché spesso li confondiamo e pensiamo che siano la stessa cosa. Quando prego con lo spirito prego in lingue. Quando prego in lingue è il mio spirito che prega. Quando prego nello spirito non sono io che prego ma è lui che prega. Noi dobbiamo cercare il Signore finchè lo troviamo. Dobbiamo dare i nostri corpi allo Spirito Santo in modo che lui ci possa usare come strumenti attraverso i quali Lui può cambiare il mondo. Satana non ha paura di te, lui ha paura della tua vita di peghiera. Solo un credente sulle ginocchia è un credente vincente. La preghiera deve occupare il posto più importante nella tua vita. Devi essere costante. Ma la prima cosa che devi fare per aver successo è stare faccia a faccia col Maestro. Perché se non lo fai la tua preghiera non sarà altro che parole vuote. La prima cosa che devi sperimentare è Gesù. Il momento in cui dici la prima cosa che ti passa per la mente è il momento in cui sei sconfitto. E’ una pazzia, perché non è preghiera, ma è parlare di niente! No, no fratello mio. Aspetta. Aspetta che la presenza di Gesù diventi reale per te. Aspetta che la presenza del maestro sia molto intensa. Le tue lacrime saranno autentiche, e la presenza del Signore ti colmerà ed il tuo corpo stanco verrà reso veloce. Pregando in quell’altro modo sarai debole e la tua mente morta E la preghiera sarà solo ripetizioni e morta. Ma quando Gesù arriva… c’è qualcuno a cui parlare! Non sto solo parlando, ma sto parlando con Gesù. C’è differenza tra parlare e parlare con Gesù. E quando arriva Gesù divento molto silenzioso e le mie parole sono scelte. Le lacrime diventano il mio linguaggio. Ed io sussurro, e Lo amo e Lo adoro. Ed il mio pentimento è sincero, ed il Suo sangue mi lava. Ed io so, che so, che so, che sono pulito. Fino a quel momento confesso il mio peccato e non mi sento neanche un po’ più pulito. Ma quando Gesù arriva, confesso i miei peccati una volta, e sono andati. Quanti di voi hanno sperimentato questo? Quando Gesù arriva le lacrime parlano adesso, e ti senti così puro, e vai a dormire con così tanta pace, o vai a lavorare con così tanta forza. Successivamente succede un’altra cosa, quello che Paolo l’apostolo chiama perseveranza. Che la preghiera costante, la preghiera intensa. Il greco traduce la parola intenso come fortemente, come quando un bambino si aggrappa fortemente a sua mamma. Ogni parte di te grida al Signore. Stai gridando con ogni parte del tuo essere, Non stai parlando, stai gridando. E lì c’è lo Spirito Santo. Questa intensa profonda preghiera, Gesù ha sperimentato questa stessa preghiera. Ascoltate. «Nei giorni della sua vita terrena Egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono» ( Eb 5,7-9 ). Gesù pregò con forti grida e lacrime. Forti grida e lacrime. Questo è quello che la parola “costante” significa. La parola costante significa quel grido che viene dal profondo. Quel pianto, quel grido non è per te, ma per il Maestro. Tu non stai parlando, stai chiamando. Stai gridando al figlio dell’Iddio vivente, e lo stai cercando come un bambino cerca sua mamma. E questa è la preghiera che Dio ascolta. Paolo l’apostolo usa queste stesse parole quando dice: sforzatevi insieme a me.

Pregare






« Perchè Cameretta Segreta? »
...Ma …Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. (Rif. Vangelo di Matteo Cap.6 v.6)













« Perchè pregare? »
... State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. (Rif. Alla Let. ai 1°Tessalonicesi Cap.5 v.16-18)













« Dove pregare? »
...Io Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure senza ira e senza contese. (Rif. Alla Let. a Timoteo Cap.2 v.8)













« In che posizione pregare? »
... P oi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: (Rif. Vangelo di Luca Cap.22 v.41)
... P oi Salomone si pose davanti all'altare del Signore, di fronte a tutta l'assemblea di Israele, e, stese le mani verso il cielo, (Rif. I° Libro dei Re Cap.8 v.22)
...In quel tempo Ezechia era malato a morte... Ezechia allora voltò la faccia verso la parete e pregò il Signore (Rif. II° Libro dei Re Cap.20 v.2)













« Come pregare? »
...E qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò (Rif. Vangelo di Giovanni Cap.14 v.13-14)
...Or senza la fede però è impossibile essergli graditi; chi infatti s'accosta a Dio deve credere che egli esiste e che egli ricompensa coloro che lo cercano. (Rif. Lettera agli Ebrei Cap.11 v.6)













«Come non pregare?»
...E pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. (Rif. Vangelo di Matteo Cap.6 v.7)













« A chi pregare?»
...N on angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. (Rif. Lettera ai Filippesi Cap.4 v.6-7)
...Poichè uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l'ha data nei tempi stabiliti (Rif. Alla Lettera a Timoteo Cap.2 v.5-6)













« Cosa occorre per aspettarci la risposta? »
...Poichè qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio; e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui. (Rif. 1°Lettera di Giovanni Cap.3 v.20-22)
...Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. (Rif. Vangelo di Giovanni Cap.15 v.7)
...Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. (Rif. Vangelo di Matteo Cap.6 v.33)













« Perchè a volte chiedere con insistenza? »
... Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: «C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». (Rif. Vangelo di Luca Cap.18 v.1-8)













« Perchè a volte Dio non risponde? »
...I Il Signore è lontano dagli empi, ma egli ascolta la preghiera dei giusti. (Rif. Libro dei Proverbi Cap.15 v.29)
...  Q uando stendete le mani, io allontano gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto. Le vostre mani grondano sangue. (Rif. Libro del Profeta Isaia Cap.1 v.15)
...Se nel mio cuore avessi cercato il male, il Signore non mi avrebbe ascoltato. (Rif. dal Salmo 66 v.18)
...Chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri. (Rif. Lettera di Giacomo Cap.4 v.3)
...Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti, perché divorate le case delle vedove e fate lunghe preghiere per mettervi in mostra; perciò riceverete maggior condanna. (Rif. Vangelo di Luca Cap.23 v.14)













« Quando Dio ci esaudisce? »
...Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà; implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!».
Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio
.
(Rif. Libro del Profeta Isaia Cap.58 v.9)
...Perciò vi dico: tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute, e voi le otterrete. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate; affinchè il Padre vostro, che è nei cieli vi perdoni le vostre colpe. (Rif. Vangelo di Luca Cap.11 v.24)
...Fino ad ora non avete chiesto nulla nel mio nome; chiedete e riceverete, affinchè la vostra gioia sia completa. (Rif. Vangelo di Giovanni Cap.16 v.24)













...Ecco l'ultimo invito del PADRE NOSTRO:
Chiedete e vi sarà dato; Cercate e troverete; Bussate e vi sarà aperto; perchè chiunque chiede Riceve; chi cerca Trova e sarà Aperto a chi bussa. (Rif. Vangelo di Matteo Cap.7 v.7-8)